Il tremore vulcanico, uno dei protagonisti dell’attività dell’Etna sempre presente e monitorata.
Il Monte Etna è il secondo vulcano più attivo al mondo e la sua osservazione è fondamentale per prevedere “le sue mosse” e tutelare così le aree popolate più vicine.
Le eruzioni dell’Etna nei secoli sono state spettacolari, ma anche distruttive, per questo è importante saper leggere i suoi segnali in codice come il tremore vulcanico, il degassamento e così via.
Se hai deciso di prendere parte ad un’escursione organizzata, le nostre guide autorizzate ti daranno molte informazioni sui sistemi di monitoraggio presenti sul vulcano.
In questo articolo scopriremo cos’è il tremore vulcanico e cosa lo causa, quali sono i metodi per monitorarlo e alcuni esempi di tremore vulcanico connesso a delle eruzioni del passato.
Sei pronto a saperne di più?
Non ti resta che proseguire con la lettura allora!
Cos’è il Tremore Vulcanico? E da cosa è causato?
Il tremore vulcanico è uno dei segnali che permettono di monitorare l’attività vulcanica sotterranea dell’Etna e di prevedere quindi un’imminente eruzione.
Solitamente il tremore vulcanico è causato dal gas presente all’interno dei flussi di magma che scorrono sotto terra. Il gas genera onde che dilatano le pareti di pietra dove scorre il magma, provocando così il cosiddetto tremore.
Il segnale sismico emesso dal tremore vulcanico ha una vibrazione continua e una bassa frequenza rispetto al tremore causato dai terremoti. I movimenti di risalita dei fluidi magmatici nel sottosuolo determinano tremori ma anche veri e propri eventi sismici.
Tra 1 e 6 km di profondità sotto la superficie del vulcano è stata scoperta una zona in cui avvengono molti terremoti a bassa intensità. Pare sia da lì che i tremori vulcanici vengono trasmessi in superficie.
Un vulcano come l’Etna è una scuola a cielo aperto per gli esperti di tutto il mondo che ad ogni eruzione imparano come convivere con la potenza della natura.
Ma quali sono le strumentazioni che vengono utilizzate per captare il tremore vulcanico? Continua a leggere per scoprirlo!
H2: Metodi di monitoraggio del tremore vulcanico
Il tremore vulcanico è un indicatore dell’attività sotterranea dell’Etna e l’INGV di Catania utilizza diversi strumenti per monitorare i suoi segnali costanti. Tra questi troviamo:
- I radiometri: dispositivi che registrano i cambiamenti di temperatura di una superficie attraverso la misurazione della sua radiazione elettromagnetica
- Gli spettrometri (raggi UV e infrarossi): servono a determinare la temperatura dei gas contenuti nei flussi magmatici e vengono utilizzati anche per monitorare Vulcano e Stromboli
- I sismometri: strumenti di alta precisione che registrano le onde sismiche generate dal tremore vulcanico e dall’attività sismica dell’area
- I GPS satellitari: dispositivi fissi che misurano movimenti anche millimetrici del suolo, rilevando variazioni minime dovute ai cambiamenti di pressione provocati dal magma sotterraneo
- Infra e Ultrasuoni: indicano la pressione e la propagazione delle onde sonore generate dall’attività vulcanica
Questi dispositivi, integrati con altri metodi di monitoraggio dell’attività vulcanica, permettono di comprendere in maniera più approfondita l’attività del vulcano e di gestire le emergenze nel caso di imminenti eruzioni.
Ovviamente sul territorio ci sono anche le stazioni sismiche che comunicano lo stato dell’attività vulcanica, ne parliamo meglio nel prossimo paragrafo.
H3: Stazioni sismiche e grafici in tempo reale
Le stazioni sismiche sono distribuite in modo strategico sulla vasta area occupata dall’Etna e sono più di 30.
Immaginale come delle orecchie giganti che ascoltano continuamente ogni movimento del vulcano, trasformandolo in dati.
Grazie alla tecnologia moderna, i dati raccolti dalle stazioni sismiche sono subito accessibili attraverso grafici in tempo reale. Questi grafici creano una rappresentazione visiva dell’attività sismica, indicando l’intensità, la durata e la frequenza degli eventi.
Per i vulcanologi è come guardare un cuore che batte: i cambiamenti nel comportamento del vulcano sono mostrati in tempo reale.
L’accesso a grafici dettagliati offre ai vulcanologi la capacità di individuare rapidamente anomalie o cambiamenti nell’andamento sismico, facilitando la previsione di potenziali eruzioni.
L’interpretazione dell’attività vulcanica del Monte Etna avviene anche attraverso le stazioni infrasoniche, continua a leggere per saperne di più.
H3: L’Importanza delle stazioni infrasoniche
Le stazioni infrasoniche rendono possibile ascoltare il vulcano, fornendo un ascolto speciale alle vibrazioni che non possiamo sentire. Nel monitoraggio del tremore vulcanico, queste stazioni giocano un ruolo cruciale.
Le sette stazioni infrasoniche permanenti sul territorio dell’Etna rilevano le onde sonore a bassa frequenza generate dall’attività vulcanica. Quando il vulcano si agita, emette suoni che sfuggono all’orecchio umano, ma le stazioni infrasoniche li catturano. Questi suoni forniscono informazioni preziose sugli eventi sotterranei, come il flusso di magma e le esplosioni.
Questa capacità di “sentire” il vulcano completa il quadro dei dispositivi di monitoraggio, consentendo ai vulcanologi di ottenere una visione più completa dell’attività vulcanica.
Con il loro contributo, diventa possibile rilevare cambiamenti sottili nell’atmosfera vulcanica e anticipare potenziali eventi eruttivi.
Ma gli strumenti di monitoraggio non finiscono qui, scopriamone altri nel prossimo paragrafo.
H2: Gli altri strumenti di monitoraggio del vulcano in tempo reale
Il territorio etneo è teatro di molte meraviglie, paesaggistiche ed enogastronomiche, infatti i vini dell’Etna sono tra i prodotti più rinomati delle terre vulcaniche. L’osservazione dell’Etna non tutela solo chi ci vive, ma anche chi lavora e visita le sue terre.
Per questo il territorio è disseminato di webcam che fanno parte della sezione segnali in tempo reale. Questa sezione fornisce una panoramica del vulcano h24 grazie alla posizione strategiche delle strumentazioni, mostrando immagini nitide dell’attività presente sul vulcano.
I sensori atmosferici invece sono dei dispositivi che si comportano come il nostro naso. Rilevano i cambiamenti nell’aria sopra l’Etna, come la presenza di determinati gas: se c’è qualcosa nell’aria che non va, questi sensori lo captano e ci avvisano.
Infine, i GPS ci danno informazioni sulla forma del vulcano: monitorano se il terreno si sta spostando o sollevando, aiutandoci a capire se c’è qualche attività vulcanica sottostante.
Tutti questi strumenti lavorano insieme come una squadra, fornendoci un’osservazione a 360 gradi dell’Etna. È come avere un radar vulcanico sempre acceso che permette di “tenere sotto controllo” e ammirare questa forza della natura.
H2: Eruzioni storiche e tremore vulcanico
Nei secoli l’Etna ha sempre dato spettacolo con le sue eruzioni, e gli eventi parossistici degli ultimi anni hanno richiamato sempre più attenzione verso la sua straordinaria attività.
Il monitoraggio del tremore vulcanico ha giocato un ruolo essenziale nella previsione di imminenti eruzioni, vediamone alcune:
- 1983: l’inizio dell’eruzione, che durò da marzo ad agosto per ben 131 giorni, si capì dalla diminuzione delle scosse sismiche e dall’aumento del tremore vulcanico.
- 2000: a fine gennaio il tremore vulcanico cominciò ad essere sempre più alto finché non si aprì una frattura nel fianco sud-orientale del Cratere di Sud-Est, uno dei quattro crateri sommitali dell’Etna. Iniziò così una sequenza di eventi parossistici e di fontane di lava alte oltre un chilometro.
- 2012: un anno di attività molto intensa per il vulcano siciliano, in cui il tremore vulcanico ha mostrato più volte segnali di aumento dell’attività sotterranea.
- 2020: all’inizio dell’anno il tremore vulcanico sale rapidamente, infatti precede un’intensa attività stromboliana che viene accompagnata da colonne di fumo e ricadute di cenere nei paesi etnei.
Come hai potuto vedere il tremore vulcanico è uno dei protagonisti indiscussi dell’attività dell’Etna, sicuramente tra i meno spettacolari e visibili, ma senza il quale lo studio dei movimenti del vulcano non potrebbe essere completo.