L’Ilice di Carrinu, sulle pendici di un vulcano così vivo e dinamico come l’Etna, sorprende per la sua straordinaria resilienza e maestosità.
Tra le tante meraviglie che questo gigante di fuoco custodisce, c’è un simbolo di forza e longevità che incarna lo spirito indomito dell’isola: l’Ilice di Carrinu.
Non è semplicemente un albero, ma un vero e proprio monumento naturale, una quercia secolare che si erge imponente tra le colate laviche e la fitta vegetazione boschiva.
La sua mole straordinaria e la sua impressionante presenza evocativa lo rendono uno degli alberi più affascinanti e amati del Parco dell’Etna. Punto di riferimento per escursionisti, amanti della natura e chiunque desideri connettersi con la sacralità della Terra, l’Ilice di Carrinu è un esemplare di altissimo valore storico e naturalistico.
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La storia e le dimensioni di questo imponente Leccio ne fanno una tappa imperdibile per chi esplora il vulcano, quindi scopriamolo meglio in questo articolo!
Partiamo insieme per incontrare questo magnifico gigante vegetale.
Cos’è l’Ilice di Carrinu e perché si chiama così?
L’Ilice di Carrinu è un magnifico esemplare di leccio (Quercus ilex), un albero sempreverde tipico della macchia mediterranea, che sull’Etna può raggiungere dimensioni eccezionali.
Questo particolare leccio è uno dei giganti verdi del vulcano, tra cui il famoso Castagno dei Cento Cavalli, ammirato per la sua imponenza e la sua longevità.
Il nome “Ilice” è il termine dialettale siciliano che deriva direttamente dalla parola latina Ilex, che indica proprio il leccio, mentre “Carrinu” è un diminutivo del nome Carlo, Carlino.
La tradizione popolare narra che l’albero prenda il nome da un pastore o un carbonaio, di nome Carlo, che abitava in una capanna nelle vicinanze e utilizzava la sua imponente chioma come riparo e punto di riferimento nella vasta area boschiva. Altri raccontano che fosse il proprietario del terreno su cui sorgeva l’albero.
Questo legame con una figura umana locale, che ritorna anche nella storia di un altro albero secolare sull’Etna, denominato Trofa du Camperi, ha contribuito a renderlo non solo un protagonista nel panorama naturalistico, ma anche un simbolo identitario per l’intera comunità, una testimonianza vivente di un rapporto antico e profondo tra l’uomo e la natura vulcanica.
La sua presenza secolare, infatti, lo rende un punto di riferimento storico e affettivo per tutti gli abitanti del luogo.
Ma quanto è grande questo patriarca verde? Continua a leggere per scoprirlo!
Quali sono le sue dimensioni?
Le dimensioni dell’Ilice di Carrinu sono ciò che lo rende un esemplare davvero eccezionale e giustificano la sua fama di “quercia più imponente dell’Etna”.
Sebbene non raggiunga le età millenarie di altri alberi monumentali come il Castagno dei Cento Cavalli, la sua crescita vigorosa e la sua mole sono davvero notevoli.
Il tronco principale di questo maestoso leccio che si presume abbia la bellezza di 700 anni, presenta una circonferenza stimata di circa 5 metri e 10 nella ceppaia, una misura che pochi alberi della sua specie riescono a raggiungere. La sua altezza supera i 19 metri, con una folta chioma supportata da ampi rami scuri e nodosi che si estendono per circa 30 metri, creando un’area d’ombra considerevole
Queste dimensioni non sono solo un dato numerico; rappresentano lo scorrere di decenni e secoli e la crescita in un ambiente dinamico come quello etneo. Nel 1982, infatti, il Corpo forestale dello Stato non solo lo ha inserito tra 22.000 alberi di grande interesse del patrimonio boschivo italiano, ma anche tra i 150 di eccezionale valore monumentale e storico.
Stare dinanzi alla maestosità dell’Ilice di Carrinu significa percepire tutta la potenza e la sacralità della natura, nonché la capacità di un singolo organismo vivente di raggiungere proporzioni monumentali.
Un albero così imponente merita di essere ammirato. Ma dove si trova esattamente l’Ilice di Carrinu? Te lo diciamo nel prossimo capitolo.
Dove si trova l’Ilice di Carrinu?
L’Ilice di Carrinu si trova sul versante orientale dell’Etna, all’interno del territorio del comune di Zafferana Etnea, a una quota altitudinale tra i 900 e i 1000 metri sul livello del mare.
La sua longevità è dovuta principalmente alla sua posizione, immerso com’è in un ambiente boschivo molto rigoglioso, caratterizzato dalla presenza di leccete miste a castagneti, tipiche della fascia di mezza montagna del vulcano. La sua ubicazione, relativamente facile da raggiungere rispetto ad altri siti naturalistici etnei, lo rende una meta popolare per gli escursionisti e le famiglie.
L’area intorno all’Ilice di Carrinu è un esempio splendido di come la natura si riprenda i suoi spazi dopo le eruzioni, con una vegetazione lussureggiante che cresce sui suoli fertili e minerali di origine vulcanica.
La sua presenza segna un punto di interesse significativo lungo i sentieri che esplorano questa parte del Parco dell’Etna, offrendo un’occasione unica per unire la scoperta naturalistica alla contemplazione di un gigante della natura.
Ora che sai dove si trova, vediamo qual è il sentiero migliore per raggiungere l’Ilice di Carrinu e sostare all’ombra della sua grandezza.
Quale sentiero percorrere per raggiungere l’Ilice di Carrinu?
Per raggiungere l’Ilice di Carrinu e ammirare da vicino la sua imponenza, il sentiero più comune e consigliato è quello tra i comuni di Milo e Zafferana, nella zona conosciuta come Contrada Carrinu.
L’accesso è facile e il percorso, lungo meno di 2 km con una pendenza di circa 250 metri, dura circa due ore ed è adatto anche a famiglie con bambini, rendendolo un’escursione piacevole e non troppo impegnativa.
Il sentiero si può raggiungere in auto fino alla Via Scuto, da dove parte il sentiero natura e la passeggiata attraverso un bosco di lecci, castagni, roverelle e ginestre.
Il percorso, che si snoda attraverso le lave del 1911 e 1950-51, offre l’opportunità di immergersi completamente nella tipica vegetazione etnea, godendo della tranquillità del bosco e del profumo della terra vulcanica.
Lungo il tragitto, si possono ammirare panorami sulla costa orientale sicula, il Mar Ionio e la Calabria, rendendo l’escursione non solo un’occasione per incontrare l’Ilice di Carrinu, ma anche per godere dell’atmosfera unica che offre la Sicilia.