Dagli abitanti dell’Etna l’eruzione del dicembre 2018 fu definita l’Eruzione di Natale proprio per il momento dell’anno in cui avvenne.

Chi abita le pendici dell’Etna, il vulcano attivo più alto d’Europa e in assoluto uno dei vulcani più attivi al mondo, è abituato a vedere all’orizzonte nubi di cenere e fontane di lava, ma in questa occasione “A Muntagna” ha voluto proprio augurare a tutti buone feste!

In questo articolo vedremo quindi come si è manifestata sull’Etna l’eruzione del dicembre 2018, quali sono state le particolarità che l’hanno resa unica.

L’Etna è una fucina di parossismi, eventi molto spettacolari che affascinano ma al contempo spaventano, per questo motivo gli esperti dell’INGV di Catania tengono il vulcano sotto un controllo costante, anche se il rischio vulcanico legato al vulcano siciliano non è tra i più alti al mondo.

Per la sicurezza di persone, città e infrastrutture, ogni segnale è importante per prevedere come e dove l’attività vulcanica impatterà sul territorio.

Le guide di Etna Est infatti sono sempre aggiornate sulla situazione nell’area sommitale e relativi divieti e pericoli, quindi puoi affidarti senza paure e partecipare ad una delle nostre escursioni per vivere il tuo sogno e visitare uno dei vulcani più iconici al mondo!

Vediamo quindi insieme le caratteristiche di questa che, tra le eruzioni dell’Etna, è stata sicuramente quella più “festosa” ma anche enigmatica, continua a leggere per scoprire il perché!

Cos’è successo prima dell’eruzione di Dicembre

Prima dell’eruzione in questione, uno sciame sismico di proporzioni considerevoli si è abbattuto non solo sull’area sommitale del vulcano, ma anche lungo le faglie alle pendici ed è stato percepito persino dagli abitanti della città di Catania.

Questo sciame sismico, composto da migliaia piccole e medie scosse, non si è concluso con l’inizio dell’eruzione avvenuta la mattina del 24 dicembre. Infatti la notte del 26 dicembre si è registrata una forte scossa di magnitudo 4.9 che ha provocato seri danni in alcuni centri abitati dei paesi etnei tra cui Fleri, dove fortunatamente non ci sono stati morti ma molti sfollati.

Al registrare questo tipo di attività sismica così importante, gli esperti pensarono si sarebbe verificata un’eruzione di proporzioni considerevoli che avrebbe potuto creare molti disagi a cose e persone.

I principali disagi legati all’attività vulcanica dell’Etna sono solitamente la chiusura degli spazi aeroportuali, con l’interruzione di voli in arrivo e in partenza dal vicino aeroporto di Catania Fontanarossa ma a volte anche da quelli calabresi, nonché la ricaduta di cenere vulcanica, nemico numero uno degli abitanti delle aree vulcaniche.

etna eruzione dicembre 2018 fessura ingv

foto del sito https://www.ingv.it/

Eppure questo non avvenne, creando invece uno scenario molto insolito ed enigmatico, di cui ti parleremo meglio nel prossimo capitolo!

Le particolarità dell’eruzione di Natale 2018

Ciò che rende unica nel panorama dell’Etna l’eruzione del dicembre 2018, oltre ai giorni in cui è avvenuta, è ciò che ha preceduto la stessa e il modo in cui si è svolta.

Solitamente per prevedere un’eruzione imminente si monitorano diversi fattori tra cui l’attività delle Salinelle, vulcanelli di fango situati presso alcuni paesi alle pendici dell’Etna, il tremore vulcanico, le deformazioni del suolo e gli sciami sismici: i numeri legati a tali fattori infatti aumentano con l’avvicinarsi di un evento eruttivo.

In questo caso però tutti i fattori avevano fatto registrare dei parametri e variazioni considerevoli e sproporzionati rispetto all’eruzione che poi ne scaturì.

L’evento parossistico dell’Etna durante l’eruzione del dicembre 2018 durò infatti solo 3 giorni, dal 24 al 27 dicembre; quindi durata, intensità e volume di lava emessi erano nella norma rispetto ad eruzioni ben più distruttive come l’eruzione del 2002 e, più indietro nel tempo, la famosa eruzione del 1669.

Gli esperti non si spiegavano allora come mai tutta quella energia dissipata nei giorni precedenti. Dagli studi, fatti attraverso le reti di monitoraggio sul territorio, ma anche con i rilievi satellitari dei satelliti Sentinel 1A e 1B della European Spatial Agency (ESA) e che furono anche pubblicati su importanti riviste internazionali di settore, si scoprì che c’era stato un cambiamento di rotta imprevisto nelle profondità del vulcano.

Nonostante la costante esperienza sul campo, anche i vulcanologi furono sconvolti dallo scenario che si determinò durante l’eruzione. Se sei curioso di scoprirne di più non ti resta che completare la lettura dell’articolo.

L’eruzione che ha determinato un nuovo scenario

I rilievi effettuati dagli esperti tra il 22 e il 28 dicembre rivelarono una realtà impensabile: il vulcano si era praticamente diviso a metà relativamente al movimento del magma sotto terra, creando un grafico che fece il giro del web e che per il suo aspetto fu chiamato “la farfalla dell’Etna”.

la farfalla etna ingv

Foto del sito https://www.ingv.it/

La potenza del magma in risalita da una sorgente di circa 5 km di profondità, ha determinato un’energia tale da sollecitare tutte le faglie e la sismicità di cui abbiamo parlato, ma poi qualcosa è avvenuto.

Le deformazioni monitorate hanno generato la propagazione di una frattura al di sotto del Cratere di Sud-Est che probabilmente era già lì da tempo, e l’eruzione del 24 dicembre fu un effetto inaspettato di queste deformazioni.

Il magma dell’eruzione di altre proporzioni che sarebbe dovuta avvenire, ha trovato un blocco in risalita ed è rimasta a livello del mare, sotto il complesso vulcanico, a degassare e raffreddarsi senza vedere mai la luce.

Probabilmente la stessa energia dello sciame sismico che si produsse in quei giorni contribuì ad arrestare la sua risalita, anche se non se ne ha la certezza assoluta.

Tutto è bene quel che finisce bene sembrerebbe, d’altronde l’Etna affascina così tanto addetti e non addetti ai lavori perché offre infinite possibilità di stupore e ricerca, infatti dopo questa eruzione è stato anche avviato uno studio delle faglie.

Il vulcano siciliano è una montagna viva, che cresce e si modifica costantemente e permette di sondare sempre di più i segreti delle profondità della Terra, che attraverso la sua attività vulcanica ci parlano di creazione, distruzione e mistero senza fine.