L’eruzione Etna 2002 ha rappresentato un evento vulcanico di notevole complessità, e per questo viene considerata ancora oggi “l’eruzione perfetta”.
L’apertura simultanea di centri eruttivi sui due versanti del vulcano, ha reso l’eruzione particolarmente interessante dal punto di vista scientifico e ha avuto un impatto significativo sul territorio, rimodellando completamente l’aspetto del versante nord.
Nonostante il vulcano siciliano non sia annoverato tra i vulcani più pericolosi al mondo, grazie alla composizione della lava dell’Etna e alla tipologia e frequenza delle sue eruzioni, l’eruzione del 2002 fu abbastanza devastante.
In questo articolo ti daremo una serie di informazioni per farti capire l’entità di questo evento vulcanico, ma già il fatto che venga considerata tra le eruzioni dell’Etna più esplosive degli ultimi 100 anni, ti può far capire meglio la sua portata.
Addentriamoci dunque in questa storia dove fascino e devastazione si fondono, per creare un racconto unico, come lo è quello di ogni singola eruzione vulcanica.
Eruzione Etna 2002: da dove è iniziata e quando
Ogni eruzione ha un inizio e, fortunatamente, una fine, e gli echi di eruzioni ancora più disastrose, come quelli provenienti dalle immagini dell’antica eruzione dell’Etna del 1669, tornarono a farsi sentire nei mesi in cui la lava rimodellava senza sosta il versante nord.
L’attività eruttiva fu preceduta da un’intensa fase sismica, iniziata il 26 ottobre 2002 e il giorno successivo, il 27 ottobre, a quota 2750 metri, si aprirono le prime bocche eruttive, con fontane di lava alte da 100 a 200 metri.
Sul versante nord-orientale, l’eruzione si è manifestata al di sopra della zona di Piano Provenzana, in cui ai tempi si trovavano diverse strutture come hotel, ristoranti e la stazione sciistica. L’apertura di una frattura eruttiva generò un’intensa attività stromboliana e l’emissione di colate laviche.
Contemporaneamente, sul versante meridionale, si sono aperti nuovi crateri, da cui sono fuoriuscite colate laviche che hanno modificato anche quella parte di paesaggio vulcanico.
Questa simultaneità di eventi eruttivi, sui due versanti, ha reso l’eruzione del 2002 un caso di studio unico, offrendo agli scienziati l’opportunità di osservare e analizzare diversi aspetti dell’attività vulcanica dell’Etna.
Ma quanto durò “l’eruzione perfetta”?
Scoprilo nella prossima sezione.
Quanto è durata l’Eruzione Etna 2002?
L’eruzione dell’Etna del 2002 è stata un evento prolungato, durato circa tre mesi. L’attività eruttiva, iniziata il 27 ottobre 2002, si concluse il 29 gennaio 2003, ma sul versante di Piano Provenzana le colate si fermarono il 7 novembre 2002, risparmiando il paese sottostante di Linguaglossa.
Durante i mesi di attività eruttiva, l’Etna ha mostrato a tutto il mondo una grande varietà di fenomeni vulcanici, tra cui:
- Emissioni di cenere e lapilli stimate sui 160 milioni di metri cubi che hanno raggiunto anche l’Africa e le isole Greche.
- Colate laviche che hanno modificato per sempre il paesaggio circostante.
- Attività stromboliana con esplosioni e lancio di materiale incandescente.
A questi va aggiunta l’attività sismica che quasi sempre precede un evento di queste proporzioni e che, insieme all’attività delle salinelle e al tremore vulcanico, fa da termometro per misurare l’imminente attività eruttiva.
Tra i disagi ci fu anche la chiusura dell’Aeroporto di Catania-Fontanarossa e di quello di Reggio Calabria.
Ma capiamo meglio perché l’eruzione dell’Etna del 2002 viene definita “l’eruzione perfetta”.
Perché l’eruzione Etna 2002 è definita l’Eruzione perfetta?
L’eruzione dell’Etna del 2002 è stata definita “perfetta” dagli studiosi per diversi motivi:
- Varietà di fenomeni: ha presentato una vasta gamma di attività vulcaniche, consentendo agli scienziati di studiare diversi aspetti dell’eruzione
- Monitoraggio: grazie alle moderne tecnologie di monitoraggio dell’INGV di Catania, l’eruzione è stata seguita in tempo reale, fornendo dati preziosi per la ricerca vulcanologica
- Accessibilità: i centri eruttivi erano relativamente accessibili, facilitando l’osservazione diretta e la raccolta di campioni
- Impatto: L’eruzione ha avuto un impatto significativo sul territorio, offrendo un’opportunità unica per studiare gli effetti delle eruzioni vulcaniche.
L’Etna, già da prima di questa eruzione, ha sempre rappresentato una fondamentale fonte di informazioni per gli studi vulcanologici mondiali, essendo anche il secondo vulcano più attivo del Pianeta.
Purtroppo le conseguenze delle eruzioni sono spesso disastrose, vediamo quindi nel prossimo capitolo quali furono i danni causati dall’eruzione dell’Etna del 2002.
Cosa ha distrutto l’eruzione dell’Etna del 2002 e come ha cambiato il territorio
Durante l’eruzione del 2002, l’attività sismica dovuta alla spinta del magma sotto la superficie del fianco vulcanico, determinò deformazioni del territorio tali da arrecare danni a molti centri abitati quali Santa Venerina, Acireale, Giarre, Zafferana Etnea e Milo.
Le scosse precedenti all’apertura delle prime bocche eruttive, distrussero diverse strutture tra cui l’Hotel Le Betulle, completamente ricoperto dalla colata e di cui oggi è possibile vedere solo una parte del tetto, come fosse una sorta di monito all’uomo: il vulcano può sempre cambiare le sorti della vita di chi lo abita.
Durante l’eruzione, tonnellate di materiale vulcanico seppellirono e distrussero per sempre anche il Rifugio Torre del Filosofo a 2900 metri sul livello del mare, inoltre, sul versante sud, fu distrutto il centro servizi di Nicolosi e un bar, risparmiando però il Rifugio Sapienza, e i boschi, cosa che non successe purtroppo sul versante nord.
Adesso non ti resta che andare a visitare i luoghi dell’eruzione Etna 2002, per osservare da vicino come la potenza di quell’evento vulcanico rimodellò per sempre il paesaggio del versante nord.